L'AUTOSTIMA
Con il termine “autostima” indichiamo generalmente la valutazione o
l’opinione che abbiamo di noi stessi: praticamente una sorta di
autovalutazione. La considerazione che abbiamo di noi stessi è una
componente importante del nostro benessere psicologico.
L’autostima è quindi un qualcosa che fa parte di noi e che dobbiamo
impegnarci e sforzarci di alimentare quotidianamente, per farla crescere sana,
robusta e forte. Il potere di stare male o bene con noi stessi e dentro di noi,
dobbiamo solo imparare a riconoscerlo, e farne buon uso.
Al di là delle teorie, una cosa è certa: maggiore è la nostra autostima, meglio
ci sentiamo con noi stessi e con il mondo che ci circonda: un buon livello di
autostima ci rende sicuri, felici e desiderabili agli occhi del prossimo. La
mancanza invece o la bassa autostima porta alla depressione o a una estrema
timidezza, e l’ipertrofia dell’autostima porta alla costruzione di personalità
narcisiste e quindi patologiche.
L’autostima è collegata in modo massiccio al senso di empowerment in
ambito sociale: quando ciascuno di noi comprende il proprio ruolo sociale, la
propria missione nel mondo, capisce di essere in qualche modo in grado di
influenzare la propria vita: in questo senso non subisce gli eventi del mondo,
ma gli influenza a seconda delle proprie necessità.
Ogni essere umano è dotato ( più o meno) di un’intelligenza: uno dei compiti
delle funzioni del nostro intelletto è quello di dare una valutazione di se stessi,
di come siamo e di come ci presentiamo agli altri. A volte in modo implicito a
volte in modo esplicito ma in ogni caso ma in ogni caso lo facciamo
continuamente. Le nostre emozioni sono implicate in modo diretto nella
valutazione di noi stessi: il senso di umiliazione non è altro che una
consapevole, drammatica e potente condivisione del giudizio negativo che
un’altra persona da di noi. La vergogna è il timore di mostrare agli altri la
nostra inadeguatezza e li competenza circa un dato compito, quindi la nostra
intima ammissione di non essere all’altezza, il senso di colpa è il
riconoscimento di aver compiuto un’azione deplorevole.
La sofferenza psicologica nasce dal renderci conto di essere in stato di
inferiorità rispetto agli altri.
Una buona, giusta ed equilibrata valutazione di noi stessi ci fa stare bene
dentro e ci permette di affrontare il giudizio degli altri in maniera serena. Però
se siamo noi i primi a vacillare a non avere fiducia in noi stessi, ci valutiamo
negativamente, trasmettiamo agli altri un’immagine di noi negativa e svalutata
in partenza.
Non dobbiamo basare la valutazione che abbiamo di noi stessi sul giudizio
degli altri: ci sarà sempre qualcuno che ci vuole bene e quindi ci stimerà, e
allo stesso tempo persone che, per invidia, gelosia o semplicemente
cattiveria cercherà di renderci la vita impossibile. Non sempre riusciamo ad
essere simpatici a tutti, l’importante è non farsi abbattere dai nemici. Il mondo
esterno è solo una variabile della nostra vita, e spesso non è neppure la più
importante.